LEV TOLSTOJ – LE TRE DOMANDE (racconti brevi) ITA

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Lev Tolstoj

 

Le tre domande

(racconti brevi)

 

 

 

 

Un imperatore pensò di poter trovare la risposta a qualunque problema se solo avesse avuto la risposta a tre domande:

 

Qual è il momento migliore per intraprendere qualcosa?

Quali sono le persone più importanti con cui collaborare?

Qual è la cosa che più conta sopra tutte?

 

 

L’imperatore emanò un editto che proclamava che chi avesse saputo rispondere alle tre domande avrebbe ricevuto una ricompensa generosa.

 

Molte furono le risposte che gli vennero proposte per la prima domanda:

chi gli consigliava di sviluppare dettagliati piani di lavoro,

chi di fare grande attenzione allo sviluppo degli eventi,

chi suggeriva di istituire comitati di saggi,

altri di consultare maghi ed indovini.

 

Alla seconda domanda vennero date altre innumerevoli risposte:

dare fiducia agli amministratori,

affidarsi al clero e ai religiosi,

ai medici o ai soldati.

 

Anche la terza domanda stimolò molte risposte diverse:

la scienza, la fede, l’arte militare…

 

L’imperatore non fu soddisfatto delle risposte e la ricompensa non venne assegnata. Conoscendo la fama di illuminato che accompagnava un eremita che viveva sulle montagne, decise di rivolgersi a lui.
L’eremita, però, non abbandonava mai il suo ritiro e accoglieva solo la povera gente.
L’imperatore decise allora di vestirsi da povero contadino e di lasciare i suoi soldati alle pendici del monte, per salire da solo la montagna.

Giunto alla capanna dell’eremita, l’imperatore lo vide vangare l’orto.

L’eremita vide lo sconosciuto, lo salutò e continuò a vangare.

L’eremita era vecchio e affaticato ed ogni colpo di zappa era accompagnato da un flebile gemito.

 

L’imperatore gli si avvicinò e disse:

“Sono venuto per chiederti risposta a tre domande:

 

qual è il momento migliore per intraprendere qualcosa?

Quali sono le persone più importanti con cui collaborare?

Qual è la cosa che più conta sopra tutte?

 

L’eremita ascoltò attentamente quello sconosciuto, gli diede una pacca sulla spalla e continuò a vangare.

L’imperatore gli disse: ”Devi essere stanco, permettimi di darti una mano”.

L’eremita si fermò, lo ringraziò e gli passò la vanga sedendosi per terra a riposare.

 

Dopo un po’ l’imperatore si fermò per ripetere le sue tre domande ma l’eremita non rispose, si alzò, indicò la vanga e disse: “Perché non ti riposi, ora riprendo io”.  Ma l’imperatore continuò nel suo lavoro.
Qualche ora più tardi il sole si avviava a tramontare e a quel punto l’imperatore disse:

“Sono venuto fino a qui per porti le mie tre domande, se non sai darmi una risposta ti prego di dirmelo che ritorno a casa.”

 

L’eremita alzò la testa e in quel momento indicò all’imperatore un uomo che correva loro incontro premendosi le mani insanguinate sullo stomaco. Arrivato presso di loro l’uomo si accasciò al suolo privo di sensi.

L’imperatore allora gli tolse i vestiti e vide che era gravemente ferito, gli pulì la ferita, lo fasciò usando la sua camicia ma il sangue continuava a sgorgare, sciacquò e rifece la fasciatura più volte, finché l’emorragia non fu fermata.

 

Il ferito riprese i sensi e chiese da bere.

L’imperatore corse al fiume e ritornò con una brocca d’acqua fresca.

Il sole era tramontato e l’aria notturna cominciava a farsi fredda.

L’eremita aiutò l’imperatore a trasportare il ferito nella capanna e ad adagiarlo sul suo letto.

L’uomo chiuse gli occhi e restò immobile.

Anche l’imperatore era sfinito per la lunga arrampicata e per il lavoro all’orto, si appoggiò al vano della porta e si addormentò.  Al suo risveglio il sole era già alto.

Per un attimo dimenticò dove era e cosa era venuto a fare.

Gettò un’occhiata al letto e vide il ferito che si guardava attorno smarrito.

Alla vista dell’imperatore si mise a fissarlo intensamente e gli disse in un sussurro:

“Vi prego, perdonatemi”.

“Ma di che cosa dovrei perdonarti?” rispose l’imperatore.

”Voi non mi conoscete, maestà, ma io vi conosco.

Ero vostro nemico mortale e avevo giurato di vendicarmi perché durante l’ultima guerra uccideste mio fratello
e vi impossessaste dei miei beni. Quando seppi che andavate da solo sulle montagne in cerca dell’eremita, decisi di tendervi un agguato sulla via del ritorno e di uccidervi. Dopo molte ore di attesa non vi eravate ancora fatto vivo, perciò decisi di lasciare il mio nascondiglio per venirvi a cercare; ma invece di trovare voi mi sono imbattuto nella scorta, che mi ha riconosciuto e ferito. Per fortuna, sono riuscito a fuggire e ad arrivare fin qui.

Se non vi avessi incontrato, a quest’ora sarei morto certamente.

Volevo uccidervi e invece mi avete salvato la vita!

La mia vergogna e la mia riconoscenza sono indicibili.

Se vivo, giuro di servirvi per il resto dei miei giorni e di imporre ai miei figli e nipoti di fare altrettanto.

Vi prego, concedetemi il vostro perdono”.

 

 

L’imperatore si rallegrò infinitamente dell’inattesa riconciliazione con un uomo che gli era stato nemico. Non solo lo perdonò, ma promise di restituirgli i beni e mandargli il medico e i servitori di corte per accudirlo finché non fosse completamente guarito. Ordinò alla sua scorta di accompagnarlo a casa, poi andò in cerca dell’eremita. Prima di tornare a palazzo, voleva riproporgli le tre domande per un’ultima volta.

Lo trovò che seminava nel terreno dove il giorno prima avevano vangato.

 

L’eremita si alzò e guardò l’imperatore:

“Le tue domande hanno già avuto risposta”.

“In che modo?” chiese l’imperatore, perplesso.

 

“Se ieri non avessi avuto pietà della mia vecchiaia e non mi avessi aiutato a scavare questi solchi,

saresti stato aggredito da quell’uomo sulla via del ritorno.

Allora ti saresti pentito amaramente di non essere rimasto con me.

 

Perciò,

il momento più importante era quello in cui scavavi i solchi,

la persona più importante ero io,

e la cosa più importante da fare era aiutarmi.

 

Più tardi, quando è arrivato il ferito,

il momento più importante era quello in cui gli hai medicato la ferita,

perché se tu non lo avessi curato sarebbe morto e avresti perso l’occasione di riconciliarti con lui.

Per lo stesso motivo, la persona più importante era lui e la cosa più importante da fare era medicare la sua ferita.

 

 

Ricorda che c’è un unico momento importante: questo.

Il presente è il solo momento di cui siamo padroni.

 

 

La persona più importante è sempre quella con cui siamo,

quella che ci sta di fronte,

perché chi può dire se in futuro avremo a che fare con altre persone?

 

 

La cosa che più conta è rendere felice la persona che ti sta accanto,

perché solo questo è lo scopo della vita”.

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Lev Tolstoj – Le tre domande

 

 

 

Lev Tolstoj

 

 

Lev Nikolàevič Tolstòj, anche noto come Leone Tolstoi (Jàsnaja Poljana, 9 settembre 1828 – Astàpovo, 20 novembre 1910) è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo.

 

Divenuto celebre in patria grazie a una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, il nome di Lev Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all’introspezione dei personaggi e alla riflessione morale.

La fama di Lev Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi. (da: wikipedia)

 

 

Opere

di Lev Leo Tolstoj

 

Romanzi

 

Infanzia (Детство, Detstvo, 1852)
Adolescenza (Отрочество, Otročestvo, 1854)
Giovinezza (Юность, Junost’ , 1856)
Felicità familiare (Семейное счастье, Semejnoe sčast’e, 1859)
I cosacchi (Казаки, Kazaki, 1863)
Guerra e pace (Война и мир, Vojna i mir, 1869)
Anna Karenina (Анна Каренина, Anna Karenina, 1877)
Sonata a Kreutzer (Крейцерова соната, Krejcerova Sonata, 1891)
Resurrezione (Воскресение, Voskresenie, 1899)

 

 

Racconti

 

 

Storia della giornata di ieri (1850)
L’incursione. Racconto di un volontario (Набег, Nabeg, 1853)
La notte di Natale (1853)
Memorie di un marquer (Записки маркера, Zapiski markera, 1855)
Il taglio del bosco, (Рубка леса, Rubka lesa, 1855)
Racconti di Sebastopoli (Севастопольские рассказы, Sevastopol’skie rasskazy, 1856)
La tormenta, (Метель, Metel’, 1856)
Inizio di un racconto fantastico (1856)
I due ussari (Два гусара, Dva gusara, 1856)
Dai ricordi del Caucaso: Il degradato (1856)
La mattinata di un proprietario terriero (1856)
Memorie di un marito. Frammento (1857)
Dalle memorie del principe Nechljudov: Lucerna (Люцерн, Ljucern, 1857)
Fiaba di come un’altra fanciulla Vàrin’ka si fece grande in fretta (1858)
Tre morti (Три смерти, Tri smerti, 1858)
Al’bèrt (Альберт, Al’bert, 1858)
La radiosa resurrezione di Cristo (1858)
Come muoiono i soldati russi o L’allarme (1858)
Idillio (1861)
Frammenti di racconti della vita di campagna (1861)
Polikuška (Поликушка, Polikuška, 1863)
Il sogno (1863)
La battuta col bivacco (1865)
L’assassino della moglie (1865)
Stepàn Semënyč Prozorov (1869)
L’oasi (1869)
Dio vede quasi tutto, ma aspetta (Бог правду видит, да не скоро скажет, Bog pravdu vidit, da ne skoro skažet, 1872)
Il prigioniero del Caucaso (Кавказский Пленник, Kavkazskij Plennik, 1872)
Fiaba (1873)
Vita e passione di Giustino filosofo martire (in russo: Житие и страдание мученика Юстина Философа?, traslitterato: Žitie i stradanie mučenika Ûstina Filosofa, 1874)
Racconti dal «Nuovo abecedario» (1875)
I quattro libri russi di lettura (1875)
Una conversazione sulla scienza (1879)
Le dispute sulla fede al Cremlino (1879)
Viveva in un villaggio un uomo giusto (1880)
Memorie di un cristiano (1880)
Cosa fa vivere gli uomini (Чем люди живы, Čem ljudi živy, 1882)
I due viandanti (Dva starika, 1884)
Le memorie di un pazzo (Записки сумасшедшего, Zapiski sumasšedšego, 1884)
Camminate nella luce finché avete luce (1885)
Cholstomér. Storia di un cavallo (Холстомер, Cholstomer, 1885, scritto nel 1863)
Una scintilla trascurata brucia la casa (Упустишь огонь, не потушишь, Upustiš’ ogon’, ne potušiš’ 1885)
Quel che è del nemico si appiccica, quel che è di Dio sta saldo (1885)
Dove c’è amore c’è Dio (Где любовь, там и Бог, Gde ljubov’, tam i Bog, (1885)
I due fratelli e l’oro (1885)
Il’jàs (1885)
Le bambine sono più furbe dei vecchi (1885)
La candelina (1885)
I due vecchi (1885)
Passione del santo martire Teodoro on Perga Pamfilia (1885)
18 di maggio. Passione dei santi Pietro, Dioniso, Andrea, Paolo e Cristina (1885)
Il corso dell’acqua (1885)
Se di molta terra abbia bisogno un uomo (Много ли человеку земли нужно, Mnogo li čeloveku zemli nužno, 1886)
I tre Starcy (1886)
La fiaba di Ivan lo scemo e dei suoi due fratelli o Ivan lo scemo (Сказка об Иване—дураке, Skazka ob Ivane-durake, 1886)
Come un diavoletto riscattò un pezzo di pane (1886)
La morte di Ivan Il’ič (Смерть Ивана Ильича, Smert’ Ivana Il’iča, 1886)
Il figlioccio (1886)
Il peccatore pentito (1886)
Un chicco grande come un uovo di gallina (1886)
Il lavorante Emel’jàn e il tamburo vuoto (1886)
Finale della leggenda piccolorussa «Quarant’anni» pubblicata da Kostomarov nel 1881 (1887)
La bottega del caffè di Surat (1887, da Bernardin de Saint-Pierre)
I tre figli (1887)
In un regno lontano lontano (1890)
Costa caro (Дорого стоит, Dorogo stoit, 1890, da Guy de Maupassant)
Françoise (1891, da Guy de Maupassant)
Una madre (1891)
Chi ha ragione? (1891)
Il tribunale (1891)
Karma (1894)
Il sogno del giovane zar (1894)
Il padrone e il lavorante (Хозяин и работник, Chozjain i rabotnik, 1895)
Il fuoco che non sorvegli non lo spegni più (1898, scritto 1885)
Tre parabole (1902)
La distruzione dell’inferno e la sua restaurazione (1903)
Tre fiabe (1903)
Il re assiro Asarhaddon
Tre quesiti (Три вопроса, Tri voprosa)
La fatica, la morte, la malattia
Il processo a Socrate e la sua difesa (1904, da Platone)
La morte di Socrate (1904, da Platone)
Alëša Bricco (Алеша Горшок, Alëša Goršok, 1905)
Il divino e l’umano (Божеское и человеческое, Bežeskoe i čelovečeskoe, 1906)
La preghiera (1905)
Perché? (1906)
Cosa ho visto in sogno (1906)
Padre Vasilij (1906)
Le bacche (Ягоды, Jagody, 1906)
Kornèj Vasil’ev (Корней Васильев, Kornej Vasil’ev, 1906)
Racconti del «Ciclo di lettura per i bambini» (1907)
Il figlio del ladro (1908, tratto da Nikolaj Semënovič Leskov)
La forza dell’infanzia (1908, tratto da Victor Hugo)
Buddha (1908)
Il lupo (1908)
La parabola dell’uomo buono (1908)
Era il 7 di novembre del 1897 (1908)
Due diverse versioni della storia di un’arnia dal tetto di tiglio (1909)
Conversazione di un padre con il figlio (1909)
Lo ieromonaco Iliodor (1909)
Chi sono gli assassini? (1909, prefazione al racconto «Gli assassini» Pavel Kudrjàš)
Conversazione con un passante (1909)
Il viaggiatore e il contadino (1909)
Canti al villaggio (Песни На Деревне, Pesni Na Derevne, 1909)
Racconto per bambini (1910)
La buona terra (1910)
Tre giorni in campagna (1910)
La Chodynka (1910)
Senza accorgersi (1910)
Non ci sono colpevoli al mondo (1910, tre stesure)
C’era una volta uno zar giovane (1910)
La saggezza dei bambini (1910, scritto 1885)
Dopo il ballo (1911, scritto 1903)
Il diavolo (Дьявол, D’javol, 1911, scritto 1889-1890)
Denaro falso (Фальшивый купон, Fal’šivyj kupon, 1911, scritto 1896-1904)
Chadži-Murat (Хаджи-Мурат, Chadži-Murat, 1912, scritto 1896-1904)
Padre Sergij (Отец Сергий, Otec Sergij, 1912, scritto 1890-1898)
Memorie postume dello starets Fëdor Kuzmič (1912, scritto 1905)

 

 

Opere teatrali

(elenco parziale)

 

Una famiglia infettata (1864)
La potenza delle tenebre (Власть тьмы, Vlast’ t’my, 1886)
I frutti dell’istruzione (Плоды просвещения, Plody prosveščenija, 1891, scritto 1886-1890)
Il cadavere vivente (Живой труп, Živoj trup, 1911, scritto 1900)
E la luce splende nelle tenebre (1911, scritto incompiuto 1894-1896)

 

 

Opere filosofiche, pedagogiche e morali

(elenco parziale)

 

 

Articoli dalla rivista sull’educazione “Jasnaja Poljana” (1861-1862)
Sull’importanza dell’istruzione popolare (1862)
Saggio di teologia dogmatica (1880)
Perché vivo? (Чем люди живы, 1881)
La confessione (Исповедь, Ispoved’, 1882)
La mia fede (В чём моя вера?, V čëm moja vera?, 1884)
Che fare? (Так что же нам делать?, Tak čto že nam delat’, 1886)
Della vita (О жизни, O žizni, 1887-1888)
Perché la gente si droga? (1891)
Il primo gradino (1892)
Il non agire (1893)
Il regno di Dio è in voi (Царство Божие внутри вас, Carstvo Božie vnutri vas, 1893)
Cristianesimo e patriottismo (1894)
Che cos’è l’arte? (Что такое искусство?, Čto takoe iskusstvo?, 1897)
Lettera ai Liberali (1898)
La schiavitù del nostro tempo (1900)
Al clero (1902)
Che cos’è la religione e quale ne è l’essenza? (1902)
Distruzione dell’inferno e sua restaurazione (1903)
Pensieri di saggi per ogni giorno (Mysli mudrych ljudej na každyj den′, 1903)
Il bastoncino verde (1905)
Guerra e rivoluzione (1906)
Per tutti i giorni (Na každyj den′, 1906-1907)
La legge della violenza e la legge dell’amore (1908)
(wikipedia)

 

 

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