EUGENIO MONTALE (OSSI DI SEPPIA) Non chiederci la parola

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Eugenio Montale

 

Da: Ossi di seppia

Non chiederci la parola

 

 

Eugenio Montale

La produzione artistica e poetica di Eugenio Montale, che sviluppa una coerente e risentita ricerca dell’autentico dalla consapevolezza del male di vivere e l’illusione di una speranza da occasionali “incontri”, segna uno dei momenti più alti della poesia novecentesca.  Nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura e in quell’occasione presenta il memorabile discorso: “E’ ancora possibile la poesia?”.

 

 

Non chiederci la parola

 

 

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato.

 

Ah l’uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,

e l’ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

 

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

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Eugenio Montale – Ossi di seppia – Non chiederci la parola

 

 

 

Eugenio Montale

 

Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896 e nell’ambiente ligure, passando lunghi periodi a Monterosso nelle Cinque Terre,  trascorre la sua giovinezza. Da questo paesaggio (l’arsura del meriggio, la salsedine, l’agave)  derivano immagini ricorrenti nella sua prima raccolta di versi, Ossi di seppia, pubblicata a Torino nel 1925. Nel 1927 si trasferisce a Firenze dove, nel 1929, diventa direttore del Gabinetto Viesseux,  incarico da cui fu destituito nel 1938 per non aver accettato di aderire al fascismo.  Nel periodo fiorentino pubblica la raccolta Le occasioni (1938) e si dedica alle traduzioni poi raccolte,  nel 1948, in Quaderno di traduzioni.

Eugenio Montale dopo la guerra entra nella redazione del Corriere della Sera. Nel ’56 esce La bufera ed altro, dove la storia entra nel suo messaggio poetico, e la raccolta di brevi prose autobiografiche intitolata Farfalla di Dinard. La attività poetica di Eugenio Montale ha un periodo d’interruzione, ma riprende in occasione della morte della moglie, nel 1966, con i versi di Xenia, poi confluiti in Satura nel 1971. Nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore a Milano il 12 Settembre 1981.

 

 

Le opere

 

(Le raccolte di versi contengono la storia della sua poesia)

Ossi di seppia, Torino, Gobetti, 1925.
La casa dei doganieri e altri versi, Firenze, Vallecchi, 1932.
Poesie, Firenze, Parenti, 1938.
Le occasioni, Torino, Einaudi, 1939.
Finisterre. Versi del 1940-42, Lugano, Collana di Lugano, 1943.
Quaderno di traduzioni, Milano, Edizioni della Meridiana, 1948.
La bufera e altro, Venezia, Neri Pozza, 1956.
Farfalla di Dinard, Venezia, Neri Pozza, 1956.
Xenia. 1964-1966, San Severino Marche, Bellabarba, 1966.
Auto da fé. Cronache in due tempi, Milano, Il Saggiatore, 1966.
Fuori di casa, Milano-Napoli, Ricciardi, 1969; Collana SIS, Mondadori, 1973; Oscar Moderni, Mondadori, 2017 (40 prose di viaggi apparse originariamente sul Corriere della Sera e sul Corriere d’Informazione fra il 1946 e il 1964).
Satura. 1962-1970, Milano, A. Mondadori, 1971.
Nel nostro tempo, Milano, Rizzoli, 1972.
Diario del ’71 e del ’72, Milano, A. Mondadori, 1973.
Sulla poesia, Milano, A. Mondadori, 1976.
Quaderno di quattro anni, Milano, A. Mondadori, 1977.
Altri versi e poesie disperse, Milano, A. Mondadori, 1981.
Diario postumo. Prima parte: 30 poesie, Milano, A. Mondadori, 1991.
Diario postumo. 66 poesie e altre, Milano, A. Mondadori, 1996 (sul testo, pubblicato postumo, alcuni studiosi hanno manifestato il dubbio di non autenticità).
(wikipedia)

 

 

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