CHARLES BAUDELAIRE Poesia BENEDIZIONE Libro I FIORI DEL MALE

 

Charles Baudelaire
Benedizione

 Francese Originale: Bénédiction

 

poesia dal Libro

Charles Baudelaire

I fiori del male

 

Testo completo tradotto in italiano

Letteratura Francese

 

Benedizione (in francese originale: Bénédiction) si può considerare la prima vera poesia di apertura del libroI Fiori del maledi Charles Baudelaire (anche se è preceduta dalla poesia prologo intitolata: “Au lecteur”, al lettore).

La poesia “Benedizione” di Charles Baudelaire merita un’attenzione particolare “perché è a lei che è dato il compito di cominciare l’avventura di un libro concepito per avere un inizio e una fine” (M. Richter).

Il concetto è stato sottolineato dallo stesso Charles Baudelaire in una lettera datata dicembre 1861, in prossimità dell’uscita della seconda edizione del libro “I fiori del male”, ed indirizzata ad Alfred de Vigny; in essa Baudelaire parla della sua opera come di un libro e non come di una semplice raccolta poetica, com’era d’abitudine in quel periodo, e da allora (Lamartine, Hugo, Musset, Sainte-Beuve, Serye, ne sono esempi).

A seguire il testo della poesia di Charles Baudelaire: “Benedizione” tradotto in Italiano.

Puoi leggere la poesia di Charles Baudelaire: “Benedizione” in lingua originale francese, su yeyebook, qui.

Nel menù in alto o a lato trovi la poesia di Charles Baudelaire: “Benedizione” tradotto in altre lingue: inglese, tedesco, spagnolo, cinese, ecc.

Buona lettura.

 

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Charles Baudelaire

Benedizione

 

poesia francese

Testo completo tradotto in italiano

 

Allorchè, per decreto dei Voleri supremi,

il Poeta compare in questo mondo uggioso,

sua madre sbigottita, con insulti blasfemi,

drizza le pugna al cielo, che le guarda pietoso:

 

“Perchè non ho figliato un groppo di serpenti

piuttosto che nutrire questa maledizione!

Sciagura la notte dei brevi godimenti,

ch’io concepii nel ventre l’atroce espiazione!

 

Poichè tu mi scegliesti tra le innumeri schiere

di donne, onde movessi a nausea mio marito;

e purtroppo non posso gettarlo in un braciere,

come un foglio amoroso, questo mostro aggrizzito,

 

farò che l’odio tuo, che cieco mi flagella

cada sullo strumento della tua crudeltà,

e torcerò si bene la triste pianticella

che i suoi germogli immondi giammai non metterà!”

 

Ella così rimastica la schiuma del suo fiele,

e nulla comprendendo dei propositi eterni,

de se stesse si appresta, nel Tartaro crudele,

il rogo destinato ai delitti materni.

 

Tuttavia, sotto l’ala di un genio tutelare,

esulta ebbro di sole il derelitto figlio,

e in ciò che beve e mangia gli par di ritrovare

la dolcissima ambrosia e il nettare vermiglio.

 

Scherza col vento, parla a una nuvola a un raggio,

e cantando s’inebria del suo calvario. L’angelo

che lo scorta fedele nel suo pellegrinaggio,

vedendolo felice come un uccello piange.

 

Quanti egli vuole amare, lo guatan con timore;

opuure, incoraggiati da sì mite dolcezza,

gareggiano a chi primo gli strapperà dal cuore

un lagno; e su lui provan la loro efferatezza.

 

Fra i cibi e le bevande pronte per la sua bocca

mischiano fredda cenere e sputo avvelenato;

gettano via, compunti, tutto ciò ch’egli tocca,

e schivan di passare dov’egli è passato.

 

Sua moglie va gridando tra i cocicchi urbani:

“Poich’egli mi considera sì bella che mi adora,

farò come i feticci dei secoli lontani:

dico che intendo e voglio farmi dorare ancora;

 

m’inebrierò di nardo, d’incenso dolce-dolente

di geniflussi omaggi, di carnami, di vini,

per sapere se nel cuore che mi ama ciecamente

potrò usurpa ridendo gli attributi divini!

 

E quando sarò stanca di queste fantasie,

poserò sul suo petto la mano, come un fiore;

ma con le unghiette, simili a quelle delle arpie,

saprò trovar la strada per afferargli il suore.

 

Come dal nido un tenero palpitante uccelletto,

gli strapperò dal seno quel suo cuor gioioso,

e per saziare il mio mastino prediletto

lo getterò, sprezzante, nel vicolo melmoso!”

 

In alto, verso il cielo, dov’è un trono splendente,

il Poeta sereno leva le braccia oranti,

ed i vasti baleni del suo spirito ardente

nascondono al suo sguardo le folle deliranti:

 

“Sii lodato, o mio Dio, che dai la sofferenza

come un divin rimedio ai nostri folli errori,

e come la più pura, la più sublime essenza,

che prepara gli eletti alle gioie migliori!

 

So che al Poeta serbi un posto entro il celeste

tuo Regno, fra le schiere delle sante Legioni,

e che lo vuoi vicino nelle beate feste

delle Virtù, dei Troni, delle Dominazioni.

 

So che il dolore è l’unica nobiltà della vita,

cui non potranno mordere i demoni perversi,

e so che per interesse la mia corona ambita

concorron tutti i tempi e tutti gli universi.

 

ma nè i vezzi sepolti tra le antiche rovine

di Palmira, nè l’oro, nè le perle del mare,

quand’anche incastonate dalle tue mani divine

sul mio diadema fulgido, potrebbero bastare;

 

il mio diadema è fatto solo di pura luce,

quella che avvolse il mondo appena fu creato,

al cui confronto l’occhio mortal che più riluce

è soltanto uno specchio dolente ed appannato.

..
.

Charles Baudelaire – Benedizione

In Francese: Bénédiction

Dal Libro: I fiori del male

Poesia francese, testo tradotto in italiano

Letteratura Francese

 

C. Baudelaire Bénédiction Testo originale in francese > qui

 

 

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Biografia di

Charles Baudelaire

Charles Pierre Baudelaire  (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, traduttore, critico d’arte, giornalista e aforista francese. È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del simbolismo, affiliato del parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.

Il pensiero e la vita di Charles Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi (primi fra tutti i “poeti maledetti” come Verlaine, Mallarmé e Rimbaud, ma anche gli scapigliati italiani come Emilio Praga, Michael Serye o Marcel Proust, Edmund Wilson, Dino Campana, nonché, in particolar modo, Paul Valéry, appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti.

Charles Baudelaire è considerato ancor oggi non solo uno dei precursori della letteratura decadente ma anche di quella poetica, e di quella filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “modernismo“.

 

Opere di Charles Baudelaire

 

Il salone del 1845 (Salon de 1845, 1845)

Il salone del 1846 (Salon de 1846, 1846)

La Fanfarlo (1847, novella)

Del vino e dell’hashish (Du vin et du haschisch, 1851)

Fusées (1851)

L’Arte romantica (L’Art romantique, 1852)

Morale du joujou (1853, riscritto nel 1869)

Esposizione universale (Exposition universelle, 1855)

I fiori del male (Les Fleurs du mal, 1857)

Il poema dell’hashish (Le Poème du haschisch, 1858)

Il salone del 1859 (Salon de 1859, 1859)

I paradisi artificiali (Les Paradis artificiels, 1860)

La Chevelure (1861)

Réflexions sur quelques-uns de mes contemporains (1861)

Richard Wagner et Tannhäuser à Paris (1861)

Il pittore della vita moderna (Le Peintre de la vie moderne, 1863)

L’opera e la vita di Eugène Delacroix (L’œuvre et la vie d’Eugène Delacroix, 1863)

Il mio cuore messo a nudo (Mon cœur mis à nu, 1864)

I Relitti (Les Épaves, 1866)

Curiosità estetiche (Curiosités esthétiques, 1868, raccolta di articoli e saggi)

Lo spleen di Parigi o Poemetti in prosa (Petits poèmes en prose ou Le Spleen de Paris, 1869) postumo

L’Arte romantica (L’Art romantique, 1869)

Diari intimi (Journaux intimes, 1851-1862)

Lettere alla madre (1872, raccolta di lettere)

Razzi (1897)

La Capitale delle Scimmie (postumo)

Pauvre Belgique! (pamphlet incompiuto iniziato nel giugno 1864)

(Da: wikipedia)

 

 

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