CESARE PAVESE – VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI (la poesia e la raccolta di poesie) ITA
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Cesare Pavese
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
(La raccolta di poesie)
La raccolta “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è un’opera di Cesare Pavese pubblicata postuma; comprende dieci poesie (otto in lingua italiana e due in inglese) scritte nel 1950 a Torino e tutte inedite, ritrovate fortuitamente tra le sue carte dopo la sua morte per suicidio, pubblicate nella raccolta nell’ordine in cui sono state trovate. Ogni poesia della raccolta porta una data; la prima (11 marzo 1950) e l’ultima (10 aprile 1950), entrambe in inglese, definiscono il tempo in cui era durata la relazione fra Cesare Pavese e Constance Dowling, l’attrice americana a cui sono dedicate.
Le poesie della raccolta “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” sono liriche d’amore permeate di una struggente nostalgia, scritte con uno stile insolito per Cesare Pavese e dedicate al suo ultimo amore, non corrisposto, per l’attrice statunitense Constance Dowling, conosciuta alla fine del 1949 e dalla quale era stato superficialmente abbandonato e che lo aveva lasciato in un completo sconforto.
Nella poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è già presente il pensiero del suicidio (il vizio assurdo) accompagnato da toni cupi e parole senza speranza. In altri componimenti della raccolta, invece, l’amore, anche se porta incertezza e tormento, è raccontato con immagini vive, colorate (Passerò per piazza di Spagna), a volte divertenti (I gatti lo sapranno) nuove e diverse, piene di meraviglia.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi è il primo verso della poesia (la quarta) che dà il titolo alla raccolta, ed è una sorta di previsione, visto che qualche mese dopo Cesare Pavese fu ritrovato morto suicida.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
(La poesia)
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda,
come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo.
I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo
muti.
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Cesare Pavese – Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Lettere scritte da Cesare Pavese
a Constance Dowling
In una delle ultime lettere a Constance Dowling, scritta il 17 aprile 1950, Cesare Pavese racconta di queste sue ultime poesie. La lettera, in inglese, è stata tradotta da Italo Calvino.
“Carissima, non sono più in animo di scrivere poesie. Le poesie sono venute a te e se ne vanno con te. Questa l’ho scritta qualche pomeriggio fa, durante le lunghe ore all’Hotel in cui aspettavo, esitando, di chiamarti. Perdonane la tristezza, ma ero anche triste. Vedi, ho cominciato con una poesia in inglese e finisco con un’altra. C’è in esse tutta l’ampiezza di quel che ho sperimentato in questo mese: l’orrore e la meraviglia.”
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950) è stato uno scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano.