BERTOLT BRECHT Testo Poesia LA CANZONE DEL NEMICO DI CLASSE

 

Poesie di Guerra e protesta

Bertolt Brecht
La canzone del nemico di classe

 

Poesie di protesta

Testo completo tradotto in Italiano

Letteratura Tedesca

 

Bertolt Brecht (Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino Est, 14 agosto 1956) è stato un drammaturgo, poeta, regista teatrale e saggista tedesco naturalizzato austriaco.

 

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Poesia di guerra e protesta

Bertolt Brecht

La canzone del nemico di classe

 

1

 

Quand’ero piccolo, andavo a scuola

e imparai a distinguere il mio e il tuo,

e quando tutto avevo imparato

non mi pareva che fosse tutto.

 

La mattina ero senza colazione

mentre altri avevano da mangiare;

e cosi imparai ancora tutto

sull’essenza del nemico di classe.

 

E imparai il perché e il percome

il mondo è diviso da una fossa!

che resta fra noi, perché dall’alto

verso il basso cade la pioggia.

 

2

 

E mi dicevano: diventerai come noi

se farai il bravo!

Ma io pensavo: se sono la loro pecora

non diverrò mai un macellaio.

E vidi più d’uno di noi

che per loro batté il marciapiede,

e se gli capitò la medesima sorte

che a me e a te, si sorprese.

 

Ma io non mi meravigliai,

per tempo vidi come stanno le cose

con loro: è verso il basso,

e non verso l’alto che la pioggia scorre.

 

3

 

Allora udii battere il tamburo

e tutti dicevano queste parole:

adesso dobbiamo fare la guerra

per un posticino al sole.

 

E voci rauche ci promisero

di tirarci l’azzurro giù dal cielo,

e capoccia bene pasciuti gridavano:

non siate vigliacchi in questo momento!

 

E noi ci credemmo: è questione di ore,

poi avremo questa cosa e quella.

Ma la pioggia di nuovo fluì verso il basso e noi

per quattro anni divorammo l’erba.

 

4

 

E una volta, d’un tratto, si disse:

ora facciamo la repubblica!

E ognuno sarà uguale all’altro,

magro o grasso che sia.

 

E chi era esausto per fame non era

mai stato cosi pieno di speranza.

Ma chi era sazio di mangiare

come loro era pure pieno di speranza.

 

E io dissi: qualcosa non quadra

e dal dubbio ero tutto turbato:

qualcosa non quadra, se la pioggia

deve scorrere verso l’alto.

 

5

 

Ci diedero delle schede per votare,

noi le armi consegnammo,

ci diedero una promessa,

noi i fucili che avevamo. 

 

Sentimmo dire: loro, che la sanno lunga

ci avrebbero aiutato adesso,

noi dovevamo andare al lavoro,

loro avrebbero fatto il resto.

 

Allora mi lasciai smuovere di nuovo

e come volevano, rimasi calmo,

e pensai: da parte della pioggia è bello

che voglia scorrere verso l’alto.

 

6

 

E subito dopo sentii dire

che ora tutto era sistemato:

se noi sopportiamo il male minore

quello più grosso ci era risparmiato. 

 

E noi mandammo giù il prete Brüning

perché al suo posto non ci fosse Papen.

E noi mandammo giù lo junker Papen

perché se no era il turno di Schleicher.

 

E il prete passò la consegna allo junker

e lo junker la passò al generale.

E la pioggia andava verso il basso

e fu uno scorrere colossale.

 

7

 

Mentre noi giravamo con le schede elettorali

loro intanto chiudevano le fabbriche.

Che noi dormissimo davanti ad un ufficio di collocamento

o che fossimo dietro a farci timbrare i certificati,

loro non si preoccupavano di noi.

 

Sentivamo parole d’ordine come queste:

State calmi! Aspettate ancora un po’!

Quanto è più grande la crisi

tanto più grande sarà la ripresa! 

 

E io dicevo ai miei compagni:

cosi parla il nemico di classe!

Quando parla di epoca buona

è della sua che intende parlare.

 

La pioggia non scorrerà mai verso l’alto,

perché d’un tratto scopre di volerci bene.

Tutto quello che può fare, chissà quando, è smettere di piovere,

e cioè quando il sole risplende.

 

8

 

Un giorno dietro nuove

bandiere li vidi marciare,

e molti dei nostri dicevano:

non c’è più nemico di classe.

 

Allora vidi alla loro testa

grugni che già mi erano noti,

e udii, nel vecchio tono da sergente,

ringhiare le loro voci.

 

E tra feste e bandiere la pioggia

notte e giorno scorreva tacita,

e la poteva sentire chiunque

si fosse trovato per strada.

 

9

 

Si esercitavano con impegno a sparare,

e parlavano di nemico a voce alta,

e indicavano fieri al di là del confine

ed era a noi che si pensava.

 

Poiché noi e loro siamo nemici

in una guerra che se io vinco tu perdi,

perché loro vivono di noi e crepano

se non siamo più i loro servi.

 

E questo è anche il motivo per il quale

la vostra meraviglia è fuori di luogo,

se si scagliano su di noi, come la pioggia

si scaglia sopra il suolo.

 

10

 

E chi di noi crepava di fame

è caduto in una battaglia,

e chi di noi è morto

l’hanno ammazzato e basta.

 

Lo hanno preso con i loro soldati

chi non gli piaceva la fame,

gli hanno sfondato la mascella

a chi ha chiesto pane.

 

Adesso gli danno la caccia

a chi pane promisero,

e chi ha detto la verità

lo portano nella cassa di zinco.

 

E quello che ha creduto a quel che dicevano,

che fossero suoi amici

Quello lì era quello che aspettava

che l’acqua scorresse verso l’alto.

 

11

 

Perché, qualunque cosa ci dicano

noi siamo nemici di classe:

chi di noi non ha osato lottare,

si è condannato a morire di fame.

 

Tamburino, noi siamo nemici di classe!

Questo non lo copre il rullo del tuo tamburo!

Industriale, generale e junker

il nostro nemico, sei tu!

 

È un problema che non si rimanda,

non si sistema un bel niente!

Verso l’alto non scorre l’acqua

e neppure lo si pretende!

 

12

 

L’imbianchino imbianchi se crede,

non ci nasconderà le fessure!

Uno resta e uno deve cedere il passo

o io o te, uno dei due.

 

E qualsiasi cosa io impari,

l’ABC non deve cambiare:

non avrò mai niente in comune

con il nemico di classe.

 

La parola che ci unisce,

non la si potrà mai trovare:

dall’alto al basso la pioggia fluisce

e tu sei il mio nemico di classe.

..

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Bertolt Brecht – La canzone del nemico di classe

Poesia di Guerra e protesta

Testo completo tradotto in italiano

Letteratura Tedesca

 

 

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Opere di Bertolt Brecht

Baal (1919) – Scritto nel 1919 ma rappresentato per la prima volta a Lipsia nel 1923.
Nella giungla delle città (Im Dickicht der Städte) (1921) – La prima stesura fu del 1921 ma la prima rappresentazione ebbe luogo nel 1923 a Monaco di Baviera.
Tamburi nella notte (Trommeln in der Nacht) (1922) – Viene rappresentato per la prima volta il 29 settembre 1922 a Monaco. La prima versione del pezzo si chiamava “Spartakus” in quanto ispirata dalla rivolta spartachista di Berlino (5-12 gennaio 1919).
Un uomo è un uomo (Mann ist Mann, 1925)
Libro di devozioni domestiche (1927).
L’opera da tre soldi (Die Dreigroschenoper) (1928) – La versione cinematografica seguirà nel 1931.
Il volo oceanico – Radiodramma didattico per ragazzi e ragazze (Der Ozeanflug) (1928-29). Collaboratori E. Hauptmann, Kurt Weill.
Ascesa e caduta della città di Mahagonny (Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny) (1929) – Nel 1930 a Lipsia la prima di quest’opera crea uno scandalo teatrale.
Il consenziente e il dissenziente ( Der Jasager e Der Neinsager) (1929-30)
Santa Giovanna dei Macelli (Die heilige Johanna der Schlachthöfe) (1930)
La linea di condotta (Die Massnahme) (1930).
L’eccezione e la regola (Die Ausnahme und die Regel) (1930)
Terrore e miseria del Terzo Reich (Furcht und Elend des Dritten Reiches) (1935-38).
Madre Coraggio e i suoi figli (Mutter Courage und ihre Kinder) (1939) – La prima viene rappresentata a Zurigo nel 1941.
L’anima buona di Sezuan (Der gute Mensch von Sezuan) 1938-40.
Poesie 1938 – 1941 (1938 – 1941).
Raccolta Steffin (1938 – 1941).
Il signor Puntila e il suo servo Matti (Herr Puntila und sein Knecht Matti) (1941) – La prima viene rappresentata a Zurigo nel 1948.
Vita di Galileo (Leben des Galilei) (1938-56) – Esistono tre versioni differenti di quest’opera. La prima è quella danese, poi vi è quella americana (1945) infine quella berlinese (1956).
La resistibile ascesa di Arturo Ui (Der aufhaltsame Aufstieg des Arturo Ui) (1941).
Il cerchio di gesso del Caucaso (Der kaukasische Kreidekreis) (1944-45).
Antigone (1948) Riduzione e adattamento dell’Antigone di Sofocle basata sulla traduzione che Friedrich Hölderlin aveva realizzato nel 1804.
Storie da calendario (Kalendergeschichten) (1949).
Gli affari del signor Giulio Cesare (Die Geschäfte des Herrn Julius Cäsar) (1937-1939; pubblicato postumo).

 

Saggi postumi Scritti sulla letteratura e sull’arte

 

Scritti teatrali (tit. originale Schriften zum Theater)- Torino, G.Einaudi, PBE 1957, N.Ediz. 2001 (Trad. di E.Castellani, R.Fertonani, R.Mertens).
Diario di lavoro, a cura di W.Hecht (traduzione di B. Zagari) Torino, Einaudi, 1976 (Diario di lavoro 1: 1938-1942 e Diario di lavoro 2: 1942-1955).
I capolavori, a cura di Hellmut Riediger, traduzione di Emilio Castellani, Ruth Leiser, Franco Fortini, Laura Pandolfi, Ginetta Pignolo e Nello Sàito, 3ª edizione, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2007

(da wikipedia)

 

 

www.yeyebook.com

 

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